lunedì 24 luglio 2017

…a proposito del “Tavolo dell’Enonomia e del Lavoro”
Non sia usato in modo strumentale dal Sindaco per esaltarsi
nel nuovo corso annunciato di “condivisione strategica”! 

L’insediamento del “Tavolo dell’Economia e del Lavoro” che avverrà martedì pomeriggio in Comune, presieduto dal Sindaco insieme all’Assessore allo Sviluppo Economico e al quale parteciperanno rappresentanti dei gruppi politici in consiglio comunale e associazioni di rappresentanza  imprenditoriale  e sociale, merita alcuni chiarimenti e considerazioni!
Innanzi tutto un avvertimento affinché il Sindaco, in questo suo improvviso e nuovo slancio nella ricerca di condivisione di una “visione strategica comune”, non usi in modo strumentale questo Tavolo, guidandolo in modo da non favorire e sviluppare davvero con libertà analisi, studi, narrazioni e proposte. Ma soprattutto occorre evitare che si finisca per limitare l’azione di questo tavolo ad un luogo di puro dialogo e confronto, che seppur utile, rende però il suo ruolo e il suo compito ripiegato su se stesso, in una falsa illusione che per argomenti come l’Economia e il Lavoro sia sufficiente prospettarne la condivisione per affrontare ciò che invece chiede risposte credibili, concrete e precise. La politica può e deve riappropriarsi del suo ruolo, in primo luogo della sua funzione di mediazione dei conflitti e interessi anche attraverso nuove forme di partecipazione. Così come le Associazioni di rappresentanza devono sentirsi socialmente responsabili e proporsi come soggetti capaci di progettualità. Per questo, e soprattutto attorno a temi come l’economia e il lavoro, è rilevante l’opportunità offerta da un tavolo come questo che unisca politica e associazioni, per giungere anche a indirizzi e proposte precise di cui però l’amministrazione dovrebbe farsene carico e assumerle come proprie.
In quest’ottica è l’invito al Sindaco a non “manipolare” e “strumentalizzare” uno spazio di questo genere per altre affermazioni politiche di parte, che davvero non servono per affrontare problemi che il sistema economico imprenditoriale e il lavoro in termini occupazionali ha anche nel nostro territorio. Magari potrebbe essere utile costituire una segreteria che affianchi la presidenza di questo tavolo, così da organizzarne i lavori e rendere meno accentratrice la gestione del tavolo stesso.
Economia e Lavoro sono sicuramente due argomenti; ciascuno dei quali ha elementi caratterizzanti nella situazione di crisi in cui ancora ci troviamo, nonostante i timidi segnali di ripresa, ma che non possono non essere tenuti in stretta connessione. Insieme devono essere affrontati e proposti. Isolarli significherebbe ad esempio non prendere in considerazione come la necessità di riagganciare la dimensione finanziaria e la dimensione economica dei processi produttivi, in un sostegno e una promozione della imprenditorialità di un territorio è strettamente collegata al lavoro nei suoi nuovi paradigmi. Così come non guardare al lavoro ritenendolo per la persona dignità e futuro, e quindi non valutare che il non lavoro indebolisce i legami sociali, isola, crea marginalità e potenzia i conflitti non sia ciò che è parte di uno sviluppo economico che tarda a riprendere e a crescere. Una reale giustizia sociale sta nel legame fra economia, sviluppo e lavoro.
Vorrei allora che questo tavolo affrontasse, in questa prospettiva, quali devono essere le priorità in riferimento allo sviluppo e al sostegno all'attività imprenditoriale; vorrei che si ponesse l’attenzione su aspetti come la disoccupazione, il lavoro povero, la scarsa retribuzione (molti lavorano ma non riescono ad arrivare a fine mese), la flessibilità del mercato del lavoro e il tipo di mercato del lavoro che oggi va promosso, le distorsioni fra sistema scolastico e mondo del lavoro (non e male l’idea di un Politecnico per la Romagna); vorrei che non dimenticassimo i giovani e il lavoro, in un sistema economico che tende a deprimerli consegnandoli come i nuovi poveri di domani.
Temi da affrontare con la consapevolezza che la prospettiva deve essere la “Romagna delle città”; che la politica deve avere una responsabilità amministrativa vincolante nelle scelte da attuare; che ogni percorso di risposta chiede risorse, anche finanziarie, capacità e competenze che devono essere messe in campo.
Argomenti quelli dell’economia e del lavoro che possono sembrare oltre le possibilità di un tavolo come questo e soprattutto al di fuori delle competenze di ciò che localmente è realizzabile. Ma questa è quell’ "utopia coraggiosa" di cui abbiamo bisogno per garantire il futuro. Un impegno con ostacoli, ma la vera politica è un "lento e faticoso superamento di ostacoli", e come direbbe Max Weber il compito di ogni vero capo, anzi di un vero eroe: "E anche coloro che non sono capi né eroi devono armarsi di quella fermezza interiore che è in grado di reggere al crollo di ogni speranza". Di questo impegno abbiamo bisogno per rendere possibile domani quello che oggi è, o sembra, impossibile.

Nessun commento:

Posta un commento