…a proposito
del “Tavolo dell’Enonomia e del Lavoro”
Non sia usato in modo strumentale dal Sindaco per esaltarsi
nel nuovo corso annunciato di “condivisione strategica”!
L’insediamento del “Tavolo
dell’Economia e del Lavoro” che avverrà martedì pomeriggio in Comune, presieduto
dal Sindaco insieme all’Assessore allo Sviluppo Economico e al quale
parteciperanno rappresentanti dei gruppi politici in consiglio comunale e
associazioni di rappresentanza
imprenditoriale e sociale, merita
alcuni chiarimenti e considerazioni!
Innanzi tutto un avvertimento
affinché il Sindaco, in questo suo improvviso e nuovo slancio nella ricerca di
condivisione di una “visione strategica
comune”, non usi in modo strumentale questo Tavolo, guidandolo in modo da
non favorire e sviluppare davvero con libertà analisi, studi, narrazioni e
proposte. Ma soprattutto occorre evitare che si finisca per limitare l’azione
di questo tavolo ad un luogo di puro dialogo e confronto, che seppur utile,
rende però il suo ruolo e il suo compito ripiegato su se stesso, in una falsa
illusione che per argomenti come l’Economia e il Lavoro sia sufficiente
prospettarne la condivisione per affrontare ciò che invece chiede risposte credibili,
concrete e precise. La politica può e deve riappropriarsi del suo ruolo, in
primo luogo della sua funzione di mediazione dei conflitti e interessi anche
attraverso nuove forme di partecipazione. Così come le Associazioni di
rappresentanza devono sentirsi socialmente responsabili e proporsi come
soggetti capaci di progettualità. Per questo, e soprattutto attorno a temi come
l’economia e il lavoro, è rilevante l’opportunità offerta da un tavolo come
questo che unisca politica e associazioni, per giungere anche a indirizzi e
proposte precise di cui però l’amministrazione dovrebbe farsene carico e
assumerle come proprie.
In quest’ottica è l’invito al
Sindaco a non “manipolare” e “strumentalizzare” uno spazio di questo genere per
altre affermazioni politiche di parte, che davvero non servono per affrontare
problemi che il sistema economico imprenditoriale e il lavoro in termini
occupazionali ha anche nel nostro territorio. Magari potrebbe essere utile
costituire una segreteria che affianchi la presidenza di questo tavolo, così da
organizzarne i lavori e rendere meno accentratrice la gestione del tavolo
stesso.
Economia e Lavoro sono
sicuramente due argomenti; ciascuno dei quali ha elementi caratterizzanti nella
situazione di crisi in cui ancora ci troviamo, nonostante i timidi segnali di
ripresa, ma che non possono non essere tenuti in stretta connessione. Insieme
devono essere affrontati e proposti. Isolarli significherebbe ad esempio non
prendere in considerazione come la necessità di riagganciare la dimensione
finanziaria e la dimensione economica dei processi produttivi, in un sostegno e
una promozione della imprenditorialità di un territorio è strettamente
collegata al lavoro nei suoi nuovi paradigmi. Così come non guardare al lavoro
ritenendolo per la persona dignità e futuro, e quindi non valutare che il non
lavoro indebolisce i legami sociali, isola, crea marginalità e potenzia i
conflitti non sia ciò che è parte di uno sviluppo economico che tarda a
riprendere e a crescere. Una reale giustizia sociale sta nel legame fra
economia, sviluppo e lavoro.
Vorrei allora che questo tavolo
affrontasse, in questa prospettiva, quali devono essere le priorità in
riferimento allo sviluppo e al sostegno all'attività imprenditoriale; vorrei
che si ponesse l’attenzione su aspetti come la disoccupazione, il lavoro
povero, la scarsa retribuzione (molti lavorano ma non riescono ad arrivare a
fine mese), la flessibilità del mercato del lavoro e il tipo di mercato del
lavoro che oggi va promosso, le distorsioni fra sistema scolastico e mondo del
lavoro (non e male l’idea di un Politecnico per la Romagna); vorrei che non
dimenticassimo i giovani e il lavoro, in un sistema economico che tende a
deprimerli consegnandoli come i nuovi poveri di domani.
Temi da affrontare con la
consapevolezza che la prospettiva deve essere la “Romagna delle città”; che la
politica deve avere una responsabilità amministrativa vincolante nelle scelte
da attuare; che ogni percorso di risposta chiede risorse, anche finanziarie,
capacità e competenze che devono essere messe in campo.
Argomenti quelli dell’economia e
del lavoro che possono sembrare oltre le possibilità di un tavolo come questo e
soprattutto al di fuori delle competenze di ciò che localmente è realizzabile.
Ma questa è quell’ "utopia
coraggiosa" di cui abbiamo bisogno per garantire il futuro. Un impegno
con ostacoli, ma la vera politica è un "lento e faticoso superamento di ostacoli", e come direbbe Max
Weber il compito di ogni vero capo, anzi di un vero eroe: "E anche coloro
che non sono capi né eroi devono armarsi di quella fermezza interiore che è in
grado di reggere al crollo di ogni speranza". Di questo impegno abbiamo
bisogno per rendere possibile domani quello che oggi è, o sembra, impossibile.
Nessun commento:
Posta un commento